Mercedes Cuman nasce a Milano dove vive e lavora. Negli anni ’80, sviluppa diversi progetti artistici su tematiche come: “Il personale è politico, identità e differenze”. In quegli stessi anni si trasferisce in Mexico spostandosi poi in Sud America, in India e in Giappone sposando così la pratica del nomadismo. Ritornata a Milano, inizia la sua attività come illustratrice collaborando presso lo studio Alchimia. L’illustrazione rimarrà per tutti gli anni ‘90 la sua principale attività. Si diploma in Scenografia e Costume presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Come relatrice di tesi sceglie Francesca Alfano Miglietti, un incontro e una collaborazione di grande stimolo. Negli ultimi due anni, l’indagine si focalizza sull’abito e l’accessorio, in particolar modo il cappello, che diventa un dispositivo identitario utilizzato come installazione. Nel 2011, i lavori si sviluppano su tematiche sociali, in particolare sui recenti tragici eventi, come guerre e migrazioni. Un’immmagine consumata e dimenticata nel giro di 24 ore viene fissata nella memoria attraverso una tecnica lenta e minuziosa come il ricamo. È una riparazione allo sguardo distratto in una società dove gli eventi drammatici vengono vissuti come spettacolo.
Cucire per ricoprire una superficie. Cucire come per delineare un confine. Cucire come per rompere una barriera fra interno ed esterno.
Il cucito come atto metaforico per riparare la vita.
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